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"Un filo d'olio" [S. Agnello Hornby]


"Ma la mia passione era il pane e olio. Rosalia prendeva i pani meno belli, ancora fumanti, e li spezzava; distribuiva quei pezzi di pane caldo porgendoci con l'altra mano la ciotola di olio e sale in cui intingere un boccone di pane alla volta.
Pane caldo e olio - in assoluto il cibo più buono che abbia mai gustato." p.60




[Simonetta A. H. -"Un filo d'olio" S.Agnello Hornby] by Camilla Scotti



In questi caldi giorni di giugno sto leggendo un libro che profuma d'Estate.
Profuma di Sicilia.
Profuma di Terra. Campagna. Lavoro.
Pane appena sfornato e Dolci.
Storia e Famiglia.

Profuma di Casa.


[Copertina - "Un filo d'olio" S.Agnello Hornby] by Camilla Scotti



Un racconto di famiglia, un libro di ricette e un album dei ricordi. Estati di tanti anni fa in cui le autrici, bambine, si trasferivano in campagna con i parenti e gli amici.

"Dai primi di Maggio a casa nostra non si aspettava altro che l'annuncio del trasloco.." p.15

Una vita completamente diversa da quella di città. Ritmi, colori, profumi e tradizioni. La nascita di una passione, quella per il cibo, tramandato da Nonna Maria, cucinato dalle graziose sorelle, Teresù ed Elenù, e raccolto dalle figlie in queste pagine. La cucina ombrosa, nelle prime ore dei pomeriggi estivi, fresca all'arrivo delle due sorelle. I piatti e le ciotole con i vari ingredienti, disposti sul tavolo di legno.

"Zia Teresa e mamma preparavano biscotti, pasticciotti con crema o amarena, panzerotti ripieni di crema di ricotta e cioccolato, spruzzati di zucchero a velo, e crostate. Ma soprattutto c'era l'utilissimo pandispagna, come lo chiamava mamma, forse il dolce preparato più di frequente, e senza dubbio il più duttile. " p.80

Le mani, laboriose, immerse nella farina e il calore del forno. I dolci appena sfornati e il loro profumo che si spande nell'aria.

"Lavoratrici ordinatissime, non facevano cadere un granello di farina per terra, ma erano decisamente stravaganti nella quantità di ciotole, posate e piattini che utilizzavano anche per la ricetta più semplice. Ogni ingrediente - pesato o a pezzo, non importava -, doveva avere una ciotola o un piatto tutto per sè." p.84

Il piacere del ricevere, le tovaglie bianche, ricamate,  stese sui lunghi tavoli. I fiori selvatici, raccolti nei campi vicini, che perfettamente si adattano all'eleganza della casa di campagna.

"Mamma aveva bisogno del bello. Mi incoraggiava a preparare i centrotavola. Mi insegnava a decorare le pietanze usando quello che c'era: fettine di limone, prezzemolo tritato e a foglie, basilico, olive.. 
'L'olio di Mosè conza un piatto', sussurrava, e sembrava che trattenesse una risatina compiaciuta.. 
Sceglieva le ciotole, le insalatiere e i servizi da tavola e da dolce che, per similitudine o contrasto, meglio si adattavano a quel che avrebbero contenuto. 'Tutti gli accostamenti vanno bene, purchè ci sia una certa armonia', mi diceva." p.172-73



[Simetta, Chiara e la madre - "Un filo d'olio" S.Agnello Hornby] by Camilla Scotti


Le ricette contenute nel libro son legate alla terra e alle stagioni. E all'olio di Mosè che tutto condisce. Oggi potremmo definrli 'a chilometro zero'. Nulla veniva acquistato durante le estati in campagna e, se mancava qualcosa, si optava per ricette che trasformavan le frittate in pesci e le melanzane in bistecche impanate.

"Per darci l'illusione di mangiare i piatti a cui eravamo abituati durante il resto dell'anno, si ricorreva ai falsi.." p.143

Elencate in base al mese e quindi alla disponibilità di questa o quella verdura, le ricette, son troppe e tutte in qualche modo 'speciali' perchè legate ad una parte del libro piuttosto che ad un altra. Evocano momenti, stati d'animo. Sono da scegliere in base alla giornata.

Oggi, per me, scelgo il Caffè di Rosalia o del Parrino perchè, nonostante il caldo, il caffè della mattina, in questo periodo di stesura della tesi, in cucina, a chiacchierare con la nonna, non me lo perdo mai. Fa respirare la mente e dà energia.

Ecco la ricetta di questo caffè tipico delle masserie dell'agrigentino, aromatico e pastoso, puo' esser conservato in frigo almeno una settimana.
Prima di servirlo va sempre rimescolato e riscaldato a fuoco medio.
Puo' essere bevuto sia caldo che tiepido.

  Caffè di Rosalia o del Parrino
  • Polvere di caffè già utilizzata "tufo" di 3/4 caffettiere (moka da 3-4 tazze)
  • 4/5 cucchiai di polvere di caffè fresca
  • 1 litro abbondante d'acqua
  • 1 stecca di cannella
  • 1 pugno di chiodi di garofano (circa 40)
  • 4/5 cucchiai di zucchero
  • 2 cucchiai di cacao in polvere (amaro o dolce a scelta)
  • 1 bustina di vanillina
Mettere in un pentolino dai bordi alti:
- "tufo"
- acqua
- cannella
- chiodi di garofano
Cuocere a calore medio per 15-20 minuti.
Il liquido deve diventare scuso e abbastanza denso.
Spegnere.
Far riposare almeno 1 ora.
Filtrare (gettare la cannella, chiodi di garofano e maggior parte della polvere di caffè).

Rimettere il liquido nello stesso pentolino.
Aggiungere:
- vanillina
- zucchero
- cacao
Cuocere per altri 10 minuti circa a fuoco medio.

Far bollire 5 minuti.
Assaggiare ed aggiustare di zucchero o cacao.
Mescolare e servire.

"Dolce, cioccolatoso e aromatico, quel caffè mai offerto a gente di fuori legava le done della famiglia di mamma e quelle della famiglia di Rosalia, che da sette generazioni abitava a Mosè, e celebrava l'indulgenza nel superfluo della gente dei campi, un'indulgenza rasente il peccato." p.31


Perfetto per il caffè del mattino con la nonna..

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Incuriosita son andata a cercare qualche foto di quei luoghi, ora trasformati in agriturismo:

http://www.fattoriamose.com/


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Consiglio anche la lettura di questa intervista di Marina Gersony a Simonetta Agnello Hornby.

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