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"La quinta costellazione del cuore" Monika Peetz



Cinque donne si ritrovano ogni martedì a mangiare, nello stesso ristorante, da quidici anni.  Si son incontrate per caso ad un corso di francese e le cene del "dopo corso" son diventate le "cene del martedì".  Donne molto diverse tra loro. Donne che hanno fatto di queste diversità un dono.

Caroline, avvocato, decisa, attenta ai dettagli e forte .

Judith, la vedova: fragile e, a suo modo, egoista nella sua costante esasperazione del dolore e dei valori morali, perennemente impegnata a dare l’esempio di quale sia la cosa migliore da fare o da dire.

Kiki, la designer sfuggente, alla ricerca della sua ultima possibilità di successo nel lavoro.

Eva, casalinga, moglie e madre impeccabile. Indispensabile per la sopravvivenza della famiglia, altruista al punto di dimenticare se stessa.

Estelle, grande dame, viziata, insofferente, eppure, ironica e, forse per questo, dotata di una saggezza inaspettata, tagliente e diretta quanto basta da sentirsi pienamente diva.

Partono insieme per un viaggio a piedi sulle tracce dell'ormai defunto marito di Judith. Un viaggio per conoscere se stesse e le altre. Silenzi e fatica per leggere dentro di sè.
Bastano pochi chilometri per capire che nel diario di Arne c'è qualcosa di strano. Le indicazioni sono sbagliate, nulla di quello che lui descrive corrisponde a ciò che lei vede. Judith non riesce ad accettare che l'uomo che le è stato accanto non fosse quello che credeva. Eppure deve imparare a leggere dietro quelle parole per capire cosa nascondesse Arne.

Ognuna di loro arriverà alla fine molto cambiata..





"Dopo che la nuvola di polvere si fu posata, nel fulgore della luce apparve un veicolo a tre ruote color rosso fuoco. Sul pianale tintinnarono alcune bottiglie si Orangina, e i pomodori e la frutta locale erano rotolati a causa della brusca frenata. Una cesta piena di baguette si capovolse. Cosa diavolo era? Una visione?
L'uomo le tese la mano e si presentò senza troppi convenevoli: "Jaques".
Eva si illuminò: "Lo so."
[...]
"I membri dell'Acadèmie Universelle di Cassoulet", spiegò una voce alle spalle della donna. Eva si spaventò. Jaques si era avvicinato senza farsi sentire. Lei era così assorta nella contemplazione delle foto che non si era accorta di nulla.
"Cassoulet?" replicò la donna. Era per i soffitti alti che la sua voce suonava così diversa? O era la presenza di lui a renderla nervosa?
"Era la specialità di mia nonna", spiegò Jaques. "Lei veniva da Castelnaudary, la Mecca del Cassoulet. Stasera potrai assaggiarlo."
"E' per quello che c'è questo odore così buono? Posso dare una mano?" domandò Eva entusiasta. Curiosare tra le pentole altrui era molto più eccitante che fissare gli ulivi seduta su una sedia di paglia. Forse poteva imparare qualcosa di nuovo. Invece di rispondere, Jaques, le aprì la porta della cucina.
[...]
Jaques non smetteva di lodare il suo aiutocuoco: "Eva mi ha aiutato in tutto: metterea bagno i fagioli, cuocerli, preparare il brodo. Rosolare nello strutto le cosce d'anatra, stufare le costolette di maiale, soffriggere il salame all'aglio, aggiungere la pancetta e poi lo stinco." "Alla fine metti diversi strati di carne e di fagioli in una casseruola di terracotta, ricopri tutto con il brodo e lo infili nel forno", completò la ricetta Eva, ben preparata. 
[...] 
 "Bè, ovviamente dopo bisogna continuare a stargli dietro. Durante la cottura in forno, per esempio, sul cassoulet si forma una crosta scura, e bisogna staccarla. Facendo molta attenzione, altrimenti si rischia di spappolare i fagioli.
Ogni buon cassoulet deve fare almeno sette croste.", ripetè la lezione la donna.
Jaques premette sulla testa di Eva il cappello rosso della sua associazione. "Benvenuta nel Club" disse quindi in tono festoso. "Puoi essere orgogliosa di te". Eva ridacchiò insicura. " 




Cassoulet di Castelnaudary by SunFrance.it

Per 4 persone:
• 400 g di fagioli bianchi tipo Lingot
• 400 g di lombata di maiale
• 100 g di cotenna di maiale
• 4 fette di petto di maiale o di lardo salato
• 1 stinco di maiale
• 1 confit di anatra
• 4 salsicce di puro suino
• 1 o 2 spicchi d’aglio
• 1 o 2 cipolle
• 100 g di carote
• sale e pepe, timo, alloro, prezzemolo.


Se i fagioli sono secchi, lasciateli per una notte a bagno in acqua fredda; l’indomani buttate quell’acqua. Mettete i fagioli in una pentola piena d’acqua fredda; portate a ebollizione e lasciateli sbollentare per cinque minuti; buttate anche quest’acqua.

Nel frattempo, preparate un brodo con le cotenne tagliate in lamelle larghe, una carcassa di volatile (se possibile) o qualche osso di maiale (o entrambi) e verdure a piacere (ad esempio, cipolle, carote e porri). Aggiustate di sale e pepe.
Infine, aggiungete un trito di qualche spicchio d’aglio e di lardo salato e stagionato.

Filtrate il brodo, recuperate le cotenne e eliminate il resto. Occorre ottenere una quantità di brodo che sia all’incirca il doppio di quella dei fagioli sbollentati; è meglio averne troppo che non abbastanza.

Mettete a cuocere i fagioli nel brodo per una mezz’ora o tre quarti d’ora. Bisogna che i fagioli siano teneri ma che rimangano interi. Durante la cottura dei fagioli si potrà preparare la carne.

In una grande padella o in una casseruola larga e bassa, fate sgrassare i pezzi di confit a fuoco lento. Ritirate i pezzi.

Nel grasso rimanente, fate rosolare i pezzi di carne di maiale che devono risultare ben dorati. Toglieteli e sgocciolateli. Nello stesso grasso, fate rosolare le salsicce. Terminata la preparazione, disponete gli ingredienti in una cassole di terra cotta.

Coprite il fondo della cassole con le cotenne, aggiungete circa un terzo dei fagioli. Disponetevi la carne e cospargetela con i fagioli restanti. Sulla superficie del piatto riponete le salsicce infilandole tra i fagioli in modo che la parte superiore resti apparente. Completate la cassole versando il brodo caldo che deve coprire appena i fagioli. Pepate con il macinapepe.

Infornate a 150/160° (forno 5/6) e lasciate cuocere per due o tre ore. Durante questa cottura si produrrà in superficie una crosta marrone dorata che bisognerà rimescolare a più riprese (i vecchi dicevano sette volte) senza schiacciare i fagioli. Verificate contemporaneamente che i fagioli non si asciughino, altrimenti occorrerà aggiungere altro brodo, quanto basta per inumidirli appena. Servite bollente, nella cassole naturalmente.

Il cassoulet si prepara volentieri il giorno prima. In tal caso, per riscaldarlo prevedete circa un’ora e mezza o due ore, in forno a 150°.


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