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"L'ultimo settembre" Elizabeth Bowen





1920.
Irlanda.
Contea di Cork.
Danielstown. "Big House" di una famiglia angloirlandese. 
I Naylor: Lady Myra, Sir Richard e i due giovani nipoti Laurence e Lois.

Tutto il racconto si svolge attorno alla vita della casa. Dimora di campagna, isolata ed abitudinaria.
L'arrivo di ospiti si sussegue tra pranzi, cene, chiacchiere e passeggiate.
I primi ad arrivare son i Montmorency, Hugo e Francie. Amici di vecchia data della famiglia. Inquieti e girovaghi, non hanno ancora trovato il luogo adatto per fermarsi, sognando ciò che non è stato e il lontano Canada, dove avrebbero voluto andare anni prima.
I giovani delle truppe inglesi, stanziate in Irlanda, corteggiano le ragazze del luogo e rallegrano pranzi, tè e balli con la loro presenza. Lois, si troverà ad interrogarsi sull'amore e sulle difficili scelte che implica.
L'ultima ospite ad arrivare è Nora Norton. Donna moderna, in procinto di sposarsi, che crea scompiglio con la sua presenza passeggera.
E poi ci sono i giovani, i nipoti, Lois e Laurence. La prima alla ricerca di uno scopo nella sua vita e di un amore che la sconvolga e l'appassioni; il secondo, intellettuale, in vacanza da Cambridge, che si isola dal trambusto delle visite e dai pettegolezzi, a scrivere e leggere.

Il mondo ovattato della casa isola le persone che vi abitano. Nonostante gli spari, le truppe, i cabinati che passano rumorosi nella notte buia, gli abitanti della casa fingono di non vedere ciò che sta realmente accadendo intorno a loro. 
Il periodo storico, quello della Guerra d'Indipendenza d'Irlanda, conflitto combattuto dall'Esercito repubblicano irlandese contro il governo britannico in Irlanda, permea il romanzo, senza mai venire completamente allo scoperto. Nessuno parla della guerra. Nessuno sembra preoccupato. 
Fino alla fine dell'ultimo settembre.

L'autrice racconta che molti cenni autobiografici si nascondo in questo romanzo. La grande casa, al centro del romanzo, si ispira a quella della sua famiglia, Bowen's Court, nella contea di Cork. 

Un sentore di precarietà e di sentimenti confusi accompagna tutto il romanzo. Un filo lega tutti i protagonisti e conduce, con un po' di lentezza, verso la fine. La fine di Danielstown. E un nuovo inizio per la storia d'Irlanda


1962, Novelist Elizabeth Bowen at Bowen's Court, her ancestral home, County Cork, Ireland [Slim Aarons]



" -Anatra- disse Laurence, annusando l'aria con gratitudine. 
Non aveva ancora smesso di stupirla il fatto che Laurence, col suo aspetto etereo, passasse tanto tempo, quando non faceva l'intellettuale, a pensare e a parlare di cibo. 
Credeva che fosse perchè, come aveva dichiarato una volta lui stesso, non aveva una vita emotiva. 
-Vivo- diceva sempre -in attesa del prossimo pasto-. 
Quando lei aveva domandato: -Perchè?-, lui aveva allargato le braccia e inarcato le sopracciglia. 
Quando si comportava così davanti a Gerald, lei si sentiva a disagio. Isoldati non parlano di cibo, lo mangiano. E mangiavano, in effetti, assai più di Laurence, ma sempre con un'aria disinteressata e assente."


Anatra ripiena al Timo e Cipolle

Ingredienti

1 anatra - pronta per essere infornata
sale
pepe nero
farina
2 cucchiai di burro ammorbidito
8 fette di pancetta affumicata
450 g di pane, sminuzzato
6 cucchiai di prezzemolo fresco tritato
2 cucchiai di timo fresco tritato
1 cipolla media, tagliata in quattro parti
100-150 g di burro ammorbidito







Mettete il pane, il prezzemolo, il timo e la cipolla in un robot da cucina.

Tritate fino ad ottenere un composto molto fine.

Versate in una terrina, regolate di sale e pepe e aggiungete il burro.

Con le mani, allargate la pelle alla base del collo, inserite il ripieno, spingendolo all’interno senza comprimerlo troppo, poiché aumenta di volume durante la cottura.

Ripiegate il lembo del collo sotto la schiena dell'anatra e fissatelo con uno stuzzicadenti. Se avanza del ripieno, potete cuocerlo con l'anatra in una pirofila coperta. Pesate il l'anatra e calcolate il tempo di cottura: calcolate 15-20 minuti ogni mezzo chilo.

Adagiate l'anatra in una teglia unta, con il petto rivolto verso l’alto.

Preriscaldate il forno a 220°.

Insaporite l'anatra con il sale e il pepe e spolveratelo con della farina.

Spennellatela con il burro e ricoprite il petto con le fette di pancetta, sovrapponendole.

Coprite la pancetta con un foglio di carta oleata imburrata, in modo da proteggerla.

Avvolgete, senza stringerla troppo, l'anatra in un foglio d’alluminio e fate cuocere nel forno preriscaldato.

Dopo i primi 45 minuti di cottura, abbassate la temperatura a 170°.

Mentre cuoce, cospargete la carne con il liquido di cottura un paio di volte e, 30 minuti prima che la cottura sia ultimata, rimuovete il foglio d’alluminio.

L'anatra è pronta quando, punzecchiando la parte più spessa della coscia, ne uscirà un succo chiaro.

A fine cottura, rimuovetela dal forno e trasferitela su un piatto da portata capiente.

Conservate il fondo di cottura nella teglia per preparare la salsina di accompagnamento.

Coprite l'anatra con un foglio d’alluminio e lasciatela riposare per 30 minuti al caldo mentre terminate di preparare il prosciutto e di arrostire le patate.


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