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Visualizzazione dei post da settembre, 2014

"Una storia semplice" di Leonardo Sciascia

Il guanto. L'interruttore. Queste poche parole mi mettono ancora i brividi. Questo è un libro che va letto. Un libro che muove la coscienza. Senza che niente di straordinario accada. Una storia semplice. Quale titolo migliore per una storia che semplice non è? I fatti sono chiari. Fin troppo. Sia ai protagonisti che al lettore. Tutti sanno. Tutti fingono. Tutti passano oltre. L'indifferenza. La mancanza di senso civico. I grandi mali dei nostri tempi.

Catania e Bellini.

Eccomi a Catania, dove questa volta torno per cercarvi le tracce di quanto lasciatovi da uno dei suoi figli più illustri. E solo adesso mi accorgo che questa città vive, si puo' dire, nel nome di Bellini. Tutto, qui, riconduce a lui, al suo struggente genio musicale, alla sua vita spezzata nel fiore degli anni. A cominciare dall'aeroporto, in località Fontanarossa, a lui intitolato, così come del suo nome si fregiano la villa comunale e il Teatro d'Opera, che nella cupola dispensa i decori di Ernesto Bellandi che cantano all'apoteosi di Bellini e, in una squillante sequenza di allegorie, le immortali sue opere, Norma , La  s onnambula , I puritani . E il monumento nella centralissima piazza Stesicoro, davvero degno di chiamarsi tale; voglio dire: così come dev'essere un vero monumento, alto sulla piazza l'illustre personaggio cui è stato dedicato, così alto da sembrare irraggiungibile, intoccabile, di un altro mondo (e ne approfitto per segnalare come q

Sfincione palermitano da "La lunga vita di Marianna Ucrìa" D.M.

Era rimasto qualche giorno a Bagheria dormendo nella camera di Manina. Un tipo insolito: si alzava a mezzogiorno perchè passava la notte a leggere. Le lenzuola si trovavano la mattina imbrattate di cera. Prendeva i libri in biblioteca e poi si dimenticava di riportarli indietro. Accanto al letto si era formata una pila alta un braccio. Mangiava molto, era goloso delle specialità siciliane: caponata, pasta con le sarde, "sfinciuni" con la cipolla e l'origano, gelati al gelsomino e allo zibibbo. SFINCIONE palermitano da RicetteDiSicilia Pasta: 500 gr farina di grano duro 500 gr farina 0 Mezzo litro d'acqua tiepida 20 gr lievito di birra 1 cucchiaio di zucchero Mezzo bicchiere d'olio 20 gr sale Condimento: 500 gr pomodoro pelato a pezzettoni 6 sarde salate 300 gr caciocavallo fresco 300 gr caciocavallo semistagionato grattugiato a filetti Sale Origano fresco 2 mazzetti di cipolla scalogno Per la past

Italia. Scrigno di tesori.

26 settembre. Ho ritrovato l'estate: è il momento più toccante della bella Italia.  Provo una sorta di ebbrezza. Sono andato a Desio, un giardino inglese delizioso, dieci miglia a nord di Milano, ai piedi delle Alpi. Esco ora dalla Scala. Parola d'onore, la mia ammirazione non diminuisce. E' per me il primo teatro del mondo, perchè è quello che procura i maggiori piaceri della musica. Non c'è una sola lampada in sala; la illumina solo la luce riflessa delle scene.  [Stendhal "Rome, Naples et Florence" 1817] In molti, ieri e oggi, amano ed hanno amato il nostro bel paese. L'hanno girato in lungo e in largo con i grandtour.  L'hanno esplorato in tenda come i nostri genitori. E noi? Viviamo in un paese magnifico. Un po' acciaccato ma generoso, pieno di bellezza e voglia di vivere. Impariamo a conoscerlo. Esplorando sia i luoghi di grande interesse, sia i borghi e le cittadine che paiono più banali. Ogni luogo nascon

Sicilia. Catania.

Dopo il primo folgorante impatto con la Sicilia [vedi post] ci siamo presi qualche minuto per riordinare i pensieri. L'abbiamo fatto in questo bel giardino, pieno di vecchietti intenti a chiacchierare e a giocare a carte sotto arzigogolate piante di ficus. Oltre gli archi che si vedon sullo sfondo, il trambusto colorato e odoroso del mercato. Oltre il mercato, la porta d'ingresso alla città. Benvenuti a Catania.

"La famosa invasione degli orsi in Sicilia" di Dino Buzzati

Dunque ascoltiamo senza batter ciglia la famosa invasione degli orsi in Sicilia: la quale fu nel tempo dei tempi quando le bestie eran buone e gli uomini empi. In quegli anni la Sicilia non era come adesso ma in un'altra maniera: alte montagne si levavano al cielo con la cima coperta di gelo e in mezzo alle montagne i vulcani che avevano la forma di pani. Specialmente uno ce n'era  con un fumo che pareva una bandiera e di notte ululava come ossesso (non ha finito di ulular neppure adesso). Nelle buie caverne di queste montagne vivevano gli orsi mangiando castagne,  funghi, licheni, bacche di ginepro, tartufi e se ne cibavano finché erano stufi. Mi è capitato quasi per caso questo libro per le mani. Un libro per bambini dai 10 anni in su, recita la copertina. L'ho letto in un pomeriggio piovoso di fine estate. La storia è bella. Un padre perde un figlio e fa di tutto per ritrovarlo. Tra maghi, fantasmi, sortilegi e peri

Ravazzate siciliane da "La lunga vita di Marianna Ucrìa" D.M.

Felice scodella in tavola complicate pietanze farcite di spezie. Passa ore ai fornelli a preparare schiume di latte dolce, "ravazzate di ricotta", "nucatelli", "muscardini", cassatine, amarene e limonate al dragoncello. RAVAZZATE siciliane  da   BlogGialloZafferano Ripieno: 1 kg di tritato di carne 750 ml di sugo di pomodoro 100 g di piselli cipolla sale e pepe q.b. Pasta: 1 kg farina di tipo 0 140 gr di strutto 50 gr lievito di birra 20 gr sale 120 gr zucchero 250 ml latte 250 ml acqua Decorazione: 1 uovo latte semi di sesamo Preparare il sugo.  Mettere a rosolare la cipolla, aggiungere la carne macinata e lasciar cuocere per un po'. Aggiungere i piselli e il sugo di pomodoro. Aggiustare gli aromi e lasciar cuocere. Il sugo deve risultare abbastanza ristretto. Preparare l'impasto. In una ciotola capiente versare la farina, sale, zucchero e lievito. Iniziare a impastare. Ag

Le cose che mi rifiuto di capire #Genny'aCarogna

Ebbene si. Io non seguo il calcio. Ho un ragazzo che lo pratica ogni domenica e si allena due sere la settimana. Elementi che fanno di questo bel gioco un concorrente! Scherzi a parte. A casa mia seguiamo giusto i mondiali e gli europei perchè tifare la nazionale ci coinvolge tutti. Il resto non ci tocca. Ci sono però delle eccezioni. Quando giornali e tg vengono invasi da notizie, positive o negative che siano, è impossibile far finta di nulla. Che sia una banana mangiata "contro il razzismo" o un cresciuto giovanotto tatuato, vestito con magliette di dubbio gusto, che si mette a mercanteggiare per far giocare o meno una partita. E' impossibile guardare e tacere. Impossibile non sentire un brivido all'idea di essere lì e dover subire il volere di un signor nessuno. In balia di chissà quali idee, interessi o sentimenti!? Un'amica ha scritto su twitter: Se fossi stata la mamma di # gennyacarogna mi sarei precipitata allo stadio, l'avrei portat

"L'isola senza ponte" di Matteo Collura

Ma l'isola, quella vera, quella che rende le genti diverse, è più nella testa degli esseri umani che nella realtà geografica. E questo vale certamente a proposito dei siciliani, i quali non perdono occasione di dichiararsi isolani più degli stessi sardi.  Un paradosso, una condizione mentale, appunto: perchè, se si guarda una carta geografica, appare evidente che quella dei sardi è condizione isolana effettivamente reale [...] mentre quella dei siciliani può essere definita una suggestione, per non dire un vezzo (evidente in certi atteggiamenti intellettuali). Giuseppe Antonio Borghese scrisse che uno dei problemi caratteriali dei siciliani è dovuto al fatto che la loro è "un'isola non abbastanza isola". E argomentò: "in questa contraddizione è contenuto il suo tema storico, la sua sostanza vitale. Lo Stretto di Messina, che la separa dal continente, nel suo punto più angusto non raggiunge i quattro chilometri." Ho apprezzato molto questo li
Settembre è passato senza che me ne accorgessi. Ho lavorato tutta estate. Un'estate piovosa. Una non estate. Mi è pesato poco stare in città. Immaginavo la noia, la mancanza di lavoro e il caldo. Tutto il contrario. Ho lavorato. Ha piovuto quasi tutti i giorni. E la noia l'ho lasciata ad altri. Meglio. Molto meglio. Poi sono tornati tutti. Abbronzati e carichi di racconti. Io ho fatto le valigie. E sono partita. Aereo e poi macchina per esplorare la Trinacria. [faccio pure delle mezze rime] E adesso l'ultimo weekend di vacanza mi attende. Le mie montagne. In veste già autunnale. Piovose e nebbiose. Le immagino. E immagino anche la casetta, il Metà e me. Camino acceso. Coperta. Libro. Si prospetta un bellissimo fine settimana. Perfetto benvenuto all'Autunno.

"Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Ho letto questo libro durante i miei giorni siciliani. Mi ha subito catturata. Ed è stato bello, durante il vagare, ritrovare luoghi e atmosfere reali e tangibili, oltre le pagine del romanzo. I nomi delle vie, le piazze, i conventi, i modi e gli sguardi. E' impossibile restare indifferenti alle vicende che coinvolgono la principesca famiglia Salina. Nel libro si condensano attimi cruciali della storia d'Italia e della Sicilia. Si percepisce il momento in cui il cambiamento spingeva il suo vento di rivoluzione sull'isola...e l'isola si faceva ancora più isola. Mi hanno detto che questa è una banalità, trita e ritrita, che fa arrabbiare i siciliani. Tant'è.. Lo sguardo che ci guida nella lettura è quello del nobile Principe di Salina. Don Fabrizio. Padre, zio, capofamiglia e detentore di quel titolo, sinonimo di prestigio e privilegi che, pian piano, lungo le pagine del romanzo, perde sempre più valore. La borghesia avanza, insieme all'unità d

Sicilia. Primi incontri.

L'impatto con la Sicilia è stato quasi frontale. Atterrati a Catania, recuperato il valigione, ritirata la macchina a noleggio ci buttiamo nel traffico più caotico che io abbia mai visto! Alla prima rotonda, una vecchia punto azzurra viene verso di noi a tutta velocità in retro e contromano! Panico tra clacson, insulti, urla e caldo asfissiante. Il primo pensiero è stato "Casa!" Il secondo "Ok.C'è casino, urlano, si insultano, non rispettano il benché minimo codice, ma non importa. Entra in modalità Sicilia e respira profondamente!" Ho respirato e mi son lasciata cullare e un po' travolgere dal quel turbinio di vite e motori. Il secondo approccio è stato con le persone, al momento di parcheggiare, un gentile signore che poteva essere una versione giovane di un nonno, cercava di sfilarmi i soldi dal parchimetro per prenderli lui come garanzia di buona custodia della macchina. Mi avevano raccontato che la professione è in uso ma, dopo la punto quasi

Londra. Islington & Angel.

Lasciata la passeggiata lungo il Regent's Canal, ci siamo ritrovati ad Islington. Subito un mercatino dava mostra di sè su una via laterale. Casette basse e colorate, circondate da bancarelle cariche di frutta, verdura, cibo appena cotto, mercerie dotate di qualsiasi accessorio e un banco che non ha nulla da invidiare ad una vera e propria cartoleria. Il Chapel Market! :)  

Londra. Passeggiando lungo il Regent's Canal.

Prima di passare ai racconti siciliani è giusto concludere la parentesi londinese. Ultima tappa del nostro vagare è stata una bella passeggiata lungo il Regent's Canal. Siamo partiti da Camden per arrivare a Islington ed Angel. Purtroppo la giornata era leggermente coperta, immagino che con il sole, i colori possano essere magnifici e le soste molto più lunghe! La passeggiata è molto tranquilla e rilassante. Si costeggia il canale, con la possibilità di sostare su panchine e muretti. Il bello è che c'è sempre la possibilità di tornare nelle strade trafficate della City o di sapere quali vie si stanno attraversando, i ponti, infatti, recano sempre scritte o cartelli!

Sono tornata.

Eccomi qua, di nuovo a casa. Dopo dodici giorni in Sicilia, ho ancora negli occhi gli azzurri cangiati del cielo e del mare, i colori chiari delle arzigogolate dimore barocche, l'oro dei mosaici e i colori intensi di frutta e verdura sulle stracolme bancarelle dei mercati. Sento ancora i profumi del mare e quelli delle viette strette, l'incenso delle chiese fresche e ombrose, il profumo di cibo e di fiori. Tutti mi bombardano di domande ma ho bisogno di sistemare i pensieri e le sensazioni, prima di rituffarmi nei racconti e nelle fotografie. Devo lasciare decantare e sedimentare questa terra meravigliosa. Per ora mi tuffo tra i vestiti da lavare e ritorno pian piano alle abitudini di casa.. Bentornati. Bentornata. Camilla
Sta notte le gambe la portano verso le scale di servizio che salgono sui tetti. Dopo qualche minuto di attesa si decide ad allungare un piede sulle tegole. La luce lunare la colpisce in faccia come una secchiata d'argento, il vento tiepido le scompiglia i capellli. La campagna attorno è allagata di luce. Capo Zafferano scintilla al di là della piana degli ulivi ricoperta da migliaia di scaglie metalliche. I gelsomini e le zagare mandano in alto i loro profumi come riccioli vaporosi che si sfaldano tra le tegole. Lontano, all'orizzonte, il mare nero e immobile è attraversato da una larga striscia bianca formicolante. Più vicino, all'interno della valle concava, si indovinano le sagome degli ulivi, dei carrubi, dei mandorli e dei limoni addormentati. ["La lunga vita di Marianna Ucrìa" di Dacia Maraini] Notti siciliane. Profumi. Colori.

Stendhal e la Sicilia.

Anche Stendhal, secondo quanto da lui stesso scritto, ebbe in più occasioni la Sicilia a portata di mano, ma non poté mettervi piede. Su questo suo desiderio rimasto inappagato, Leonardo Sciascia ha scritto un piccolo e succoso libro, in cui - documenti alla mano - vengono elencate le molte volte in cui l'autore di Il rosso e il nero annunciò o si prefisse l'agognato viaggio, alla fine deliberando di far finta di averlo fatto, facendone dettagliato resoconto ad amici e conoscenti, nel tentativo forse d'ingannare se stesso.  Sciascia: "Sappiamo per certo che un viaggio in Sicilia non lo fece mai. Desiderò farlo, più volte lo programmò, ne disegnò perfino l'itinerario: ma non lo fece mai. Ciò, naturalmente (per come era nella sua natura), non gli impedì di scrivere, e più di una volta, di averlo fatto."  ["Sicilia. La fabbrica del mito." Matteo Collura] Il viaggio è dentro di te, direbbe qualcuno.

Londra. CamdenVillage's StreetArt

Dall'altra parte della strada, rispetto al coperto Camden Market, si apre una zona colorata e ordinata. Il Camden Lock Village! Una propaggine del mercato, formata da casette in legno decorate da graffiti e scritte. La zona si sviluppa tra il Regent's Canal e le arcate in mattoni sopra le quali passa la ferrovia.  

Sicila. L'isola dove Ade ha preso moglie. Il mito di Proserpina.

"Noi vediamo come dalle Tuileries voi vedete Saint-Germain; il canale non è più largo; e tuttavia abbiamo difficoltà ad attraversarlo. Lo credereste? Se soltanto mancasse il vento, noi faremmo come Agamennone: sacrificheremmo una fanciulla. Grazie a Dio, ne abbiamo in abbondanza. Ma non abbiamo una sola barca, ecco il guaio. Ci dicono che arriveranno; e fino a quando avrò questa speranza, credetemi, signora, che non volgerò lo sguardo indietro, verso i luoghi dove voi abitate, anche se tanto mi piacciono. Voglio vedere la patria di Proserpina, e sapere perchè il diavolo ha preso moglie proprio in quel paese." [lettera di P.L.Courier 1806 tratta da "Sicilia. La fabbrica del mito" M.C. ] [Rubens "Il ratto di Persefone" - Museo del Prado] "La leggenda narra di Proserpina, figlia di Cerere, che, mentre raccoglieva fiori nei pressi del Lago di Pergusa, vicino ad Enna, fu rapita dal dio degli Inferi, Plutone, e fatta sua

Si parte.

Primo post che tento di pubblicare dal telefono. Vediamo come va ^^ Primo giorno di vacanza. Son in aeroporto e attendo il volo per Catania. Non ho ancora realizzato di esser quasi in Sicilia. Il cielo, fuori dalle finestre, è scuro e pieno di stelle. Il profumo di caffè invade gli spazi e le chiacchiere si perdono tra uno sbadiglio e l'altro. Non vedo l'ora di arrivare :) Buon lavoro a chi riprende e Buone vacanze a chi parte :) See you in Sicily ;)