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Sicilia. Riviera dei Ciclopi.


Ci sono luoghi dove la letteratura si fa realtà.
Uno di questi è Acitrezza.
Il paese dei Malavoglia.

Siamo capitati in questo porticciolo in una ventosissima giornata di inizio settembre.
I pescherecci con i loro nomi evocativi e protettivi.
Colorati, carichi di reti e scrostati dalle intemperie.
La Madonna a protezione di chi parte verso l'azzurro infinito.
Un pescatore solitario.
Un gruppo di ragazze in costumi colorati che si avviano verso la spiaggia.

Contrasti.

Da lontano si scorge un maniero a picco sul mare.
Acicastello.
La storia si mescola alla letteratura che si unisce alla realtà.

E poi il mito.
Immancabile.
Sfiora anche questo lembo di mare.
Davanti agli occhi, scuri ed enormi faraglioni.
La leggenda narra che furono scagliati da Polifemo nel tentativo di colpire Ulisse.
Da qui il nome "Riviera dei Ciclopi".





















L'isola, la condizione di isolani, porta ad attaccarsi alla terra. 
Così è per la Sicilia, dove non è mai nata una marineria aperta al mondo, come impareggiabilmente lo fu quella delle medievali Repubbliche, e dove parimenti non si registra una conseguente letteratura di mare; che, per fare un esempio, nel capolavoro di Verga il mare è solo castigo e disgrazia, non sfida, non incitamento all'avventura, non risorsa per la quale impavidamente competere.







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