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Samovar e foglie di Tè da "Mirador. Irene Nemirovsky, mia madre."



"Quando cerco di immaginarmi la mia prima infanzia, mi rivedo seduta su un seggiolone nella cucina annerita e piena di fumo in cui aleggiano gli effluvi di cavoli. All'estremità del lungo tavolo, la mia njanja discorre in una lingua incomprensibile con un uomo barbuto che indossa un camiciotto con la cinta di cuoio, forse il marito, venuto a trovarla. 
Il fuoco borbotta.
Padelle e pentole sono appese ai ganci.
Alcune reste di cipolle sono fissate al muro.
Il samovar emette un gorgoglio profondo."






La parola samovar nasce dall’unione di due termini russi: sam=da solo e varit’=bollire: significa “bolle da solo“, “autobollitore”. Sono oggetti affascinanti, arredano con gusto, sono maestosi e rappresentano un modo di preparare e gustare il tè molto diverso dal nostro.


 La Russia scoprì il tè nel 1638, quando lo zar Michele III ne ricevette 64 kg dall’ambasciatore Vassili Starkov come dono di un principe mongolo. Presto la bevanda si diffuse in tutto il Paese e poiché era bevuta sia di mattina che di pomeriggio, in casa e in viaggio, divenne indispensabile l’uso di un oggetto che mantenesse l’acqua calda per l’intera giornata.


Il samovar può avere più forme e assumere aspetti diversi: a cratere o ad urna, sferico, liscio, cilindrico o cesellato. In ogni caso si tratta di un contenitore metallico dotato di un rubinetto nella parte inferiore, con un tubo interno che lo attraversa verticalmente. Il tubo viene riempito con del combustibile solido, il quale bruciando scalda l’acqua circostante. In alto c’è un camino di circa 20 cm che ne assicura il tiraggio ed è previsto un alloggiamento utile a sostenere e scaldare una teiera.


 I samovar più antichi, usati attualmente solo nei villaggi russi, sono alimentati con carbone o con pigne secche che conferiscono al tè un leggero aroma di resina, mentre quelli moderni sono elettrici (al posto dei fori di ventilazione hanno una presa di corrente). Questi ultimi sono muniti anche di un termostato che mantiene costante la temperatura dell’acqua. Si dice che il tè preparato in un samovar alimentato da un fuoco di pigne abbia il sapore di una foresta in cui si respira aria buona.



 Per le famiglie russe il samovar è ancora un simbolo di grande importanza, perché oltre ad essere un’economica fonte di acqua calda sempre disponibile, rappresenta il calore familiare.


Le fasi della preparazione del tè:
 - Riempite il samovar con dell’acqua, fatela bollire e successivamente abbassate la temperatura al fine di mantenerla costante.
 - Ponete la teiera nell’alloggio sulla parte superiore del samovar e mettetevi circa 5 o 6 cucchiaini del tè nero che preferite.
 - Prelevate dal rubinetto del samovar una tazza di acqua calda, versatela nella teiera e lasciate in infusione per circa 6 minuti, finché il tè risulterà molto scuro.
 - Servendovi di un colino e di un recipiente, filtrate il tè e riversatelo nella teiera posta sul samovar.
 - Versate per ogni tazza solo un dito di tè concentrato.
 - Aggiungete in ogni tazza dell’acqua calda prelevata dal rubinetto del samovar, diluendo il tè a piacere.



Gli appassionati bevitori di tè lasciano che in salotto il samovar “brontoli come un temporale” per un tempo lunghissimo, perché ogni momento può essere giusto per una tazza profumata. Ed è un piacere che si espande dagli occhi al palato.








Il piacere unico di una tazza di te..





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