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"Girl Runner" di Carrie Snyder






Questa non è la canzone d'amore di Aganetha Smart.
No, e non parlatemi di stanchezza e di meritato riposo.
Per tutta la vita non ho fatto altro che andare da qualche parte, mirando un punto fisso all'orizzonte che sembrava non avvicinarsi mai. All'inizio l'ho inseguito con abbandono, con fiducia, poi con una certa frustrazione, con dolore, e ancora più avanti con la lucidità di un'artista della fuga. 
Ormai è troppo tardi per fermarmi, anche se corro solo nella mente, per abitudine.

Fai quello che fai finchè sei finito.
Sei quello che sei finchè non ci sei più.

Mi chiamo Aganetha Smart e ho centoquattro anni.
Non crediate che sia un vantaggio.







Aganetha è una protagonista meravigliosa.
La sua voce colpisce sin dalle prime pagine.
Una voce acuta e giovane, in un corpo anziano che non puo' più correre, se non nella mente guizzante, limitata solo dalle parole che faticano ad uscir di bocca e dai ricordi che turbinano, mescolandosi al presente.
Ha imparato a conoscere l'animo umano, Aganetha, l'ha fatto a sue spese, sulla sua pelle chiara, oltre la scorza dura della facciata.
Si è raccontata delle bugie, ne ha ascoltate, dette e ad alcune ha perfino creduto.
Sa riconoscere una bugia, nel momento stesso in cui viene detta.

Una bugia.
Quella da cui il racconto ha inizio.
La storia della famiglia Smart si srotola tra le pagine.
La storia di Aggie,
figlia minore di una famiglia numerosa,
ragazza d'oro alle Olimpiadi del 1928, le prime che prevedevano la partecipazione di atlete alle gare,
sorella amata e odiata,
amica e amante.
Nulla ci viene risparmiato.
Una vita di fatiche, dolori e lutti. Ma anche di gioie, risultati strabilianti, amori da favola e legami indissolubili.

La bugia prende vita e trasporta la protagonista indietro nel tempo, nei luoghi conosciuti, i prati, i boschi, la casa e il fienile. I ricordi tornano a galla carichi di nostalgia, portatori di emozioni, permettono alla donna di completare il puzzle della propria esistenza. I nodi vengono al pettine, i segreti vengono svelati e Aganetha torna finalmente a correre libera.






La voce della protagonista è potente e risoluta.
La sua vita, travolgente. Un uragano di emozioni.
E' impossibile staccarsi da queste pagine.
La potenza degli avvenimenti vi trascinerà fino ad un epilogo dove la tensione e le emozioni accumulate durante la lettura si scioglieranno (nel mio caso, in un bel pianto) trovando finalmente un senso e un meraviglioso senso di pace.







Mi ci sono voluti tutti questi anni, ma ora capisco che il faro era stato costruito per farci ritrovare senza rischi la strada di casa.
A chiunque venisse.
A chiunque se ne andasse.
Mio padre ci stava richiamando a casa.







Grazie a Sonzogno e a Valentina per avermi omaggiata di questa lettura.
L'incontro con Aganetha è stato davvero emozionante.






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