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"Tutto cambia. La saga dei Cazalet." di Elizabeth Jane Howard




Ultimo volume della saga dei Cazalet.
Scritto nel duemilatredici, esattamente diciotto anni dopo l'ultimo dei primi quattro volumi: Gli anni della leggerezza, Il tempo dell'attesa, Confusione e Allontanarsi.
Il primo volume è stato scritto negli anni '80 e l'ultimo negli anni '10 del duemila, poco prima della morte dell'autrice. Una domanda mi perseguita da quando ho iniziato la lettura di Tutto cambia, perchè questa scelta dopo tanto tempo? Perchè un finale aperto? Elizabeth pensava di regalarci un sesto libro?


La narrazione si sviluppa a cavallo tra il giugno del 1956 e il dicembre del 1958. La guerra è finita. Tutti sono ormai grandi e conducono una vita autonoma secondo le proprie attitudini e scelte. I figli dei figli sono diventati genitori, si sono sposati, hanno divorziato, trovato un lavoro o sono ancora in cerca della propria strada. Il libro precedente mi aveva lasciata piena di speranza per il futuro, di gioia per ognuno dei giovani Cazalet. Soprattutto per Polly e Clary che abbiamo visto crescere, cambiare e maturare di libro in libro. Questo nuovo capitolo si apre con moltissimi fronti di crisi. 
Crisi personali, relazionali, amorose, economiche, lavorative e familiari. 
Tutto cambia
Elizabeth Jane Howard non poteva scegliere titolo migliore per questo ultimo viaggio nel mondo dei Cazalet. Un viaggio che, sarò sincera, avrei evitato molto volentieri. Forse mi sarei accontentata del quarto volume come perfetto finale per una saga così bella, un finale positivo che viene ribaltato e rimescolato, attraverso la magistrale voce di E.J.H., in quest'ultimo coinvolgente giro di valzer.  






Ho amato follemente questa serie di romanzi. L'ambientazione, la cura per dettagli più piccoli che han reso ogni protagonista così unico nei pregi, nei difetti e nelle piccole manie da farlo sembrare una persona vicina, conosciuta e reale. Le voci interiori sono piene di sfaccettature, realistiche oltre ogni aspettativa. Riusciamo a sentire ogni pulsazione del cuore dei Cazalet.
Non voglio dire nulla della trama e degli intrecci di questo ultimo capitolo. Mi permetto solo qualche piccolo appunto su ciò che più mi è rimasto dentro. Per prima cosa, una delusione grande, un capitombolo che mai mi sarei aspettata e una risoluzione molto "adulta". Avrei voluto veder volare piatti e sentir gridare il cuore ferito. La compostezza mi ha spiazzata e mi ha fatto ancora più male. Le perdite, dolorosissime ma lievi, come i primi bucaneve. La ritrovata libertà dell'unica figlia femmina del Generale e della Duchessa. La possibilità di essere finalmente se stessa, scegliere il dove e il come per il proprio futuro. Le riappacificazioni, con altri o se stessi, i ritorni in famiglia, gli allontanamenti necessari. La grandissima umanità dei personaggi secondari.
Non ho apprezzato il finale, apparentemente aperto, apparentemente un nuova gabbia per chi stava ritrovando una libertà mai assaporata. Il rendersi utile trasformato in aberrante necessità di vita. Peccato.
Al contrario, mi rimarrà per sempre nel cuore la pace degli ultimi capitoli,
la malinconica meraviglia del Natale a HomePlace.
La bellezza e il calore di ogni attimo.
Ho pianto come una fontana, come se fossi stata lì a dire addio ad un mondo ormai perduto.







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